I Personaggi

IL BOSCAIOLO

IL BOSCAIOLO

Le montagne del Lagorai sono coperte da rigogliose foreste di larici e abeti bianchi e rossi. Perciò, quello del boscaiolo è stato nel corso dei secoli, uno dei mestieri più diffusi tra la gente del luogo. Tramandata di generazione in generazione, questa professione richiedeva una notevole forza fisica. Gli animali da soma, infatti, erano pochi e così, spesso, i boschieri dovevano trasportare le pesanti fascine di legna fino in paese, a mano, servendosi dello slitòn.


Tilio il boschiero lega con un’ultima stretta di cinghia la legna appena tagliata alla slitta che ha costruito per trasportarla. Dai lati sbucano le sottili fascine di rametti di larice che suo figlio Cesco ha raccolto mentre lo aspettava. Il bambino batte impaziente le manine intirizzite, le guance rosse per il freddo. Il papà gli accarezza la testa e gli sistema la sciarpa di lana verde intorno al collo. Nel bosco l’affetto è una somma di minuscoli gesti silenziosi, più che di parole. Poi, l’uomo solleva i manici del rudimentale attrezzo e si avvia verso il sentiero che porta in paese. Il figlio gli fa strada con la lanterna dritta davanti a sé, per rischiarare il cammino mentre cala la sera. Procedono impacciati, con la slitta che minaccia di sbandare ad ogni buca. All’abetaia, Tilio si ferma un istante. Beve un goccio di acquavite e si massaggia la schiena ingobbita. Al suo fianco, in bilico su una zocca caduta l’ottobre scorso, Cesco sgranocchia una prugna essiccata. Cosa non darebbero, in questo momento, per sentire il raglio indispettito del mulo Bianchino. Quando l’animale era con loro, la vita nel bosco non era così faticosa. Certo, la bestia negli anni era un po’ ammattita. A volte non voleva saperne di muoversi, altre si lanciava al piccolo trotto giù per la montagna, facendo sbatacchiare la slitta di qua e di là. Però li faceva divertire, con quel suo muso sempre storto alla perenne ricerca di zucchero e carote. Ormai è passato qualche inverno e Tilio non ricorda nemmeno più che esercito abbia confiscato l’animale, né per quale delle due patrie che si sono avvicendate oltre il fiume abbia detto di farlo. Da qualche parte ha ancora la ricevuta firmata da un tenente gentile. Scoraggiato, sbuffa, pensando che finché non riuscirà a risparmiare abbastanza da comprare un altro mulo, oltre al proprio lavoro dovrà fare anche quello di Bianchino!

Cesco, intanto, ha finito la prugna e si esercita nei canti per la messa di Natale. Nell’udire quella vocina intonata, Tilio si dà una manata sulla fronte, sentendosi egoista. Come può lamentarsi per la confisca di un mulo quando al suo vicino la guerra ha portato via ben tre figli?

Con un cenno del capo fa segno al bambino di prepararsi a ripartire, mentre dal bosco avvolto nella nebbia sopraggiunge un tramestio di passi. Un cromaro sbuca tra gli abeti, la grossa cassettiera con la merce in equilibrio sulle spalle. Proprio come lui, porta addosso il peso del suo lavoro. Senza la minima esitazione, il boschiero lo chiama. “Seguiteci” dice “che anche se non posso permettermi di offrirvi formaggi o salumi, nella mia casa un piatto di polenta non si nega a nessuno”.

IL BAMBINO CON LA LANTERNA

Silenzioso ed efficiente il giovane con la lanterna aiuta il boschiero ad orientarsi nel bosco nei pomeriggi d’inverno, quando una fitta nebbiolina si addensa sul terreno, rendendo difficile ritrovare la strada di casa. Oltre a frequentare la scuola, infatti, un tempo i bambini dovevano aiutare i genitori nelle faccende domestiche e nel lavoro nei campi. Ogni tanto, però, potevano concedersi dei momenti di svago, raccogliendo i frutti selvatici o camminando a piedi scalzi nei ruscelli.

Il Presepe di Scurelle


La famiglia come cuore della comunità, il valore della solidarietà e del vivere in modo semplice, con la gioia dello stare insieme, raccontati da più di venti personaggi, tutti realizzati a mano con il legno del Lagorai. Quest’anno in Vaticano il presepe che racconta le tradizioni della Valsugana in Trentino, esempio concreto e toccante di volontariato e del legame con il territorio.




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