I Personaggi

LA PASTORELLA SEDUTA SULLA ZOCCA

LA PASTORELLA SEDUTA SULLA ZOCCA

La pastorella è una figura tipica del presepe, ma anche delle valli del Lagorai. Qui la vediamo seduta sulla zocca di un cirmolo sradicato dal vento chissà quanto tempo fa, lassù, nei boschi più alti della Val Campelle. Il tronco nel corso degli anni è marcito, ma le radici ripulite dagli eventi atmosferici, hanno resistito. Il tempo ha modellato la pianta e la neve che qui rimane fino a maggio inoltrato, l’ha conservata per moltissimi inverni. La Natura, a volte violenta, in questo caso ha compiuto un’opera d’arte. La pastorella rappresenta la forza discreta delle popolazioni di montagna, abituate a convivere in pace con lei, rimboccandosi le maniche di fronte alle calamità e riciclando quante più risorse possibili per non alternarne l’equilibrio.


Esterina la pastorella siede pensosa sulla zocca di un vecchio cirmolo, i capelli raccolti in una folta treccia bionda e il cappello di feltro ben calcato sulle orecchie. Intorno a lei capre e pecore zampettano alla ricerca degli ultimi steli da brucare. Le radici del maestoso albero caduto chissà quanto tempo fa le solleticano la schiena, scudandola dalle correnti fredde che nel meriggio spazzano la vallata da cima a fondo. Un agnellino le si struscia contro la gamba, nascondendo il musetto tra il tronco divelto e i suoi pesanti calzini di lana. La bambina lo sente tremare e impietosita se lo porta in grembo. Accarezza i morbidi ricci bianchi che stanno iniziando a formarsi sul suo corpicino ossuto e comincia a ripassare le tabelline. Da grande vorrebbe fare la maestra. Prendersi cura degli altri – che siano i fratellini più piccoli mentre la mamma lavora nei campi o gli animali della fattoria – le è sempre piaciuto. E così ogni mattina prima di entrare in classe aiuta gli zii a mungere la mucca, mentre ogni pomeriggio appena tornata da scuola, corre a pascolare le capre. La sua è una vita umile e faticosa, ma serena. Nelle giornate come questa, con il sole che riscalda la neve fresca facendo scintillare le bacche di agrifoglio come minuscole mele caramellate immerse in un mare verde scuro, Esterina pensa che non la cambierebbe per niente al mondo.

Il capretto le lecca la mano, ricordandole che è ora di tornare in paese. La giovane si tasta la giacca in cerca del sale e gliene offre un pizzico. Dopo, lo appoggia dolcemente a terra e chiama a raccolta le capre. Solo allora si accorge che, protetto dal robusto tronco della zocca, è sbocciato un bucaneve. Timorosa accarezza i petali candidi. Poi con un taglio preciso lo recide, si fa il segno della croce e ringrazia la montagna per averle offerto anche quest’anno la possibilità di portare alla mamma un piccolo dono per Natale.

Il Presepe di Scurelle


La famiglia come cuore della comunità, il valore della solidarietà e del vivere in modo semplice, con la gioia dello stare insieme, raccontati da più di venti personaggi, tutti realizzati a mano con il legno del Lagorai. Quest’anno in Vaticano il presepe che racconta le tradizioni della Valsugana in Trentino, esempio concreto e toccante di volontariato e del legame con il territorio.




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